La famiglia Rosselli, il suo trascorso e la sua eredità
Una famiglia da sempre legata a Barbaresco e ai suoi preziosi frutti, con una ricca esperienza pregressa, ma un approccio giovane e aperto all'innovazione.
La storia della nostra cantina
Ripercorriamo i passi che ci hanno condotti fino a qui…
La storia della nostra azienda vede le sue origini in mio nonno, padre di mio padre. Corre l’anno 1955, e come molti a quei tempi anche lui decide di comprare delle proprietà, proprio qui nel comune di Barbaresco, e iniziare a coltivare la vite.
L’azienda ai tempi è a carattere misto, e il raccolto viene utilizzato principalmente per sussistenza e consumo personale. Già lui, però, inizia a comprendere l’arte della vinificazione, a sperimentare su sua mano le scelte più produttive e definire un suo “credo agricolo”.
I miei genitori, in quegli anni, si trasferiscono a Torino dove aprono un’attività in centro e rimangono per 10 anni. Durante questa permanenza mio padre decide di acquistare una piccola azienda nella zona del Moscato d’Asti, dando vita negli anni ‘80 alla sua personale produzione di uva.
Deciso a tornare sulle orme di suo padre, nel 2000 vende la cantina di Moscato e acquista 6 ettari nel comune di Barbaresco, in cui produce uva destinata alla vendita. I vitigni coltivati sono Moscato d’Asti, Nebbiolo, Langhe Chardonnay e Dolcetto d’Alba.
Nel 2008 entro in gioco io, con l’intento di trasformare l’azienda in una vera e propria realtà produttiva…
Il percorso non è immediato. Inizialmente non abbiamo gli spazi né il mercato per decidere di vinificare tutta la nostra uva, ma alla vendita iniziamo ad affiancare una piccola produzione di Chardonnay e Dolcetto.
Negli anni investiamo in nuove vigne e ampliamo i locali di vinificazione, arrivando nel 2012 a un totale di 10 ettari e uscendo con le prime bottiglie di Nebbiolo d’Alba e Moscato d’Asti. Il nome, in etichetta, è Rusel.
Di qui in avanti lo sviluppo è costante: nel 2014 va in produzione la prima annata di Langhe Arneis, nel 2015 quella di Barbera d’Alba. Ecco arrivare nel 2017 il nostro primo Barolo, nato da un vigneto in affitto a Serralunga.
La produzione di uva da Barbaresco, che equivale circa al 50% del nostro raccolto attuale, è totalmente conferita alla realtà di Produttori del Barbaresco, di cui siamo soci, e dalla quale non intendiamo distanziarci. Del restante 50% riusciamo oggi a vinificare la totalità, esclusa una piccola vendita di Moscato d’Asti.
Produttori del Barbaresco: facciamo luce su questa realtà
Quella di Produttori del Barbaresco è una realtà a cui la nostra famiglia si è legata fin dalle origini: fu mio nonno ad aderire nel lontano 1960, giusto due anni dopo la fondazione, mentre mio padre ne venne eletto presidente per tre mandati consecutivi, a cavallo tra gli anni ’90 e i 2000.
Tutt’oggi dedichiamo alla cooperativa l’intera produzione delle uve da Barbaresco – che costituiscono circa la metà del raccolto. L’azienda conta 54 soci, ognuno dei quali ha la stessa voce in capitolo: ogni decisione viene presa in comunità durante le assemblee, alle quali tutti partecipano attivamente. Insomma, Produttori del Barbaresco per noi è a tutti gli effetti parte aggiuntiva della nostra cantina, un progetto che sentiamo un po’ nostro, che supportiamo e continueremo a supportare in futuro.
Lavorare bene, con scelte green, ma senza raccontare favole
Già da quando mio nonno, ormai 65 anni fa, si approccia alla pianta della vite si rende conto che, come con tutti gli esseri viventi, anche questa va trattata con estremo rispetto.
In vigna abbiamo sempre praticato la lotta integrata, siamo sempre stati attenti alle scelte più green. Ciò detto, nessuno degli uomini Rosselli ha mai dato molto credito alla poesia del biodinamico, del biologico “forzato”, quello che a volte viene presentato come unico garante di un lavoro ben fatto.
La nostra cantina è certificata GreenExperience: saranno passati almeno 10 anni da quando abbiamo smesso di utilizzare diserbanti e insetticidi (pratichiamo la confusione sessuale), e le nostre vigne lo dimostrano. Bastano pochi minuti per riconoscerne la salute e la biodiversità, elementi fondamentali per un vino di qualità.
La certificazione GreenExperience
Questa certificazione nasce proprio qui, in Piemonte, nelle terre dell’UNESCO. A crearla è Coldiretti Cuneo, che dopo 3 anni di sperimentazione e confronto con i produttori locali definisce 10 regole a cui attenersi, un disciplinare che abbia come scopo una viticoltura ecologica, buona da bere e bella da vedere.
Ad oggi i produttori che aderiscono sono 101, in 28 comuni, con 967 ettari totali di vigna sana e sostenibile.