Il Piemonte, un territorio profondamente influenzato dal ritirarsi del mare

Cosa rende uniche le colline delle Langhe? E cosa distingue la produzione di Barbaresco da quella di Barolo? Ecco una piccola introduzione alle origini del territorio.

Un tempo tutta la Pianura Padana era mare. Parliamo di quasi 5 milioni di anni fa, in Età Pliocenica, in cui la linea costiera passava vicino a Torino. Allora il Monferrato era una lunga e bassa isola, mentre più a sud le Langhe formavano una penisola sul mar Padano.

Questo spiega come ancora oggi queste terre rimangano importante fonte di fossili, ma ne rende comprensibili anche i terroir e i tratti morfologici. Analizzando ad esempio la struttura delle colline e dei loro versanti, appare evidente il percorso dell’acqua nel suo lento ritirarsi, lasciando dietro di sé sedimenti, vene, strati di marna.

Barolo, Barbaresco e Roero: aree delimitate dal percorso di un fiume

Nel Piemonte meridionale si distinguono tre zone enologiche, ognuna delle quali caratterizzata da una conformazione geologica differente. Se ci immaginiamo l’acqua di un mare che si ritira, confluendo nei fiumi per lentamente allontanarsi dalla terra, è più semplice capire la struttura di queste colline.

Tra di esse scorre infatti il fiume Tanaro; sulla sua sponda destra le aree di Barolo e Barbaresco, sulla sinistra il Roero.

I versanti delle colline di Barolo e Barbaresco hanno una struttura simile: ripidi a Sud, con terreni dilavati e meno ricchi di sedimenti, e una struttura quasi “a gradoni” a nord, con cuscini di sedimenti nati dal lento scorrere dell’acqua.

Sull’altra sponda del fiume, il mare si è ritirato a valle e la situazione si ribalta: a Sud troviamo i versanti più morbidi e nutrienti, ricchi di sabbia e marne, che donano vini dalla veloce maturazione e ridotta longevità, mentre a nord si hanno la ripidità e la compattezza.

Teniamo a conto che per la produzione dei grandi vini Piemontesi l’esposizione a Sud è sempre la prediletta, sia che si parli di Barolo, che di Barbaresco, ma anche di Roero.

Anche i terroir di Barolo e Barbaresco però presentano delle differenze…

Sulla sponda destra del Tanaro, tra Barolo e Barbaresco, possiamo ancora distinguere tre sottozone nonostante in linea generale la conformazione sia pressoché uguale. Nel percorso dell’acqua e della sua ritirata, infatti, è logico che alcune parti, quelle più in alto, siano emerse prima.

Questo fa sì che le parti più alte di queste vallate presentino terreni leggermente diversi rispetto alle più basse, cambiando le caratteristiche dei vini qui prodotti. Vediamo nel dettaglio di cosa sto parlando.

Come dicevo, abbiamo tre ulteriori sottozone: Barolo alto, che tocca i comuni di Monforte e Serralunga, il Barolo basso di Verduno e La Morra e la zona del Barbaresco, dove ci troviamo noi.

La prima è ricca di Marna di Lequio, un terreno roccioso con la presenza di quella che viene definita la “pietra di Langa”. Qui la marna si è solidificata ed è più drenante e meno produttiva, dando vita a vini longevi ma dalla lenta maturazione. È in quest’area che produciamo il nostro Barolo, che è appunto un vino adatto ad invecchiare a lungo, dalla struttura marcata.

Nel Barolo basso il mare si è ritirato dopo, quindi si ha più limo e più gesso, un terreno più grasso e soffice che garantisce una maggiore produzione, ma meno struttura. Il Barolo qui prodotto matura prima, ma evolve meno nel tempo, perdendo qualche anno di vita rispetto a quello di altitudine maggiore.

E infine la zona del Barbaresco, quella della nostra cantina, la perfetta via di mezzo tra produttività e struttura

La zona di produzione del Barbaresco si può dire che sia una via di mezzo tra le due: è ricca di quella che viene definita Marna di Sant’Agata, un terreno poco roccioso, composto principalmente da sabbia solidificata, meno drenante di quello del Barolo Alto e quindi più produttivo, ma al tempo stesso meno grasso del Barolo basso. Questo carattere viene tradotto diversamente nel vino, con tannini più dolci, tempi di maturazione diversi.

Ed è qui che ti aspettiamo noi, della famiglia Rosselli. È qui che la maggioranza dei nostri vini viene prodotta, sfruttando al meglio le fortunate caratteristiche di questa terra che ci è stata donata! Ti rimangono dei dubbi?